Io non sono ciò che penso di essere

Mi appare sempre più chiaro: io non sono ciò che fino ad ora ho pensato di essere.

Possibile che nessuno durante la nostra crescita come esseri umani ci porti a riflettere con maggiore attenzione sulla fondamentale domanda: chi o cosa sono io?

Eppure nessuno ci invita a farlo. Nessuno ce lo indica come il compito più importante, l’attività alla base della nostra esistenza, quella senza la quale siamo destinati a vivere tutta la nostra vita senza comprenderne l’essenza, affrontando ogni nuovo giorno offuscati e confusi dai veli dell’ignoranza che, inevitabilmente, provocheranno tanto dolore e sofferenza.

Comprendere la Verità non è una questione limitata alla filosofia e a coloro che se ne occupano, riguarda ognuno di noi in modo prioritario, perché è soltanto comprendendo la Verità di ciò che siamo e della realtà in cui ci muoviamo, che potremo, finalmente, trovare quella pace e quella serenità che tanto cerchiamo.

La mia testimonianza riguarda questa comprensione e tutta la “meraviglia” che porta con sé nel momento in cui appare, si fa strada e gradualmente si stabilizza, favorendo il riconoscimento della mia vera natura, dissolvendo, cioè, la convinzione che l’organismo corpo-mente con il quale mi sono da sempre identificata, rappresenti la mia sola ed essenziale realtà.

Questa identificazione è l’origine ed il motivo di tutta la sofferenza emotiva e psicologica degli esseri umani; è l’errore che commettiamo senza rendercene conto; è l’ignoranza che si può dissolvere, svelando la verità della nostra essenza; è l’ostacolo che si frappone alla comprensione dell’illusoria esistenza della “persona” che pensiamo di essere.

Moksha